news 28 settembre 2001

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IBC 2001:
the show must go on

Il clima da guerra incombente si è fatto sentire anche all'IBC, che ha registrato un netto calo delle presenze, confermandosi comunque un punto di riferimento per gli operatori europei del broadcast.

Tre interminabili minuti di silenzio in ricordo delle vittime degli attentati terroristici agli Stati Uniti hanno ritardato l'apertura dell'IBC, manifestazione il cui svolgimento è stato in forse fino alla vigilia. Non c'era tempo però per fermare una macchina organizzativa di tali dimensioni e gli organizzatori hanno anche voluto dare un chiaro segnale. Come ha dichiarato il presidente dell'IBC John Wilson: "Il mondo intero è stato profondamente toccato dalla tragedia negli Stati Uniti. Le nostre condoglianze vanno a quanti sono stati colpiti. C'è stato un serio esame di coscienza durante l'ultima settimana ed è stata una decisione difficile quella di aprire la mostra. Ma l'IBC e i nostri clienti erano determinati a non essere sconfitti dal terrorismo".

"Alla fine il completamento dell'esposizione è proceduto senza intoppi. Tutti gli stand sono stati completati e aperti in tempo. Circa 20 piccoli espositori statunitensi non sono riusciti ad attraversare l'Atlantico: li abbiamo rassicurati che avremmo fatto del nostro meglio per segnalare appropriatamente i loro stand " ha detto Peter Owen, responsabile dell'area espositiva dell'IBC. (Nda: la segnalazione appropriata si è limitata però ad un laconico cartello appeso alla parete dello stand, qualcosa di più forse si poteva anche fare, dato anche l'esiguo numero di queste aziende). Secondo Owen, il bilancio complessivo della manifestazione è stato comunque positivo: "Quando l'esposizione ha aperto i battenti, ognuno ha corretto le proprie aspettative ed è inutile dire che queste aspettative sono state superate. La decisione di continuare con l'IBC è stata quella giusta". Dello stesso parere Mike Comp, direttore pubblicità dell'IBC che ha voluto sottolineare come "questa edizione ha provato che l'IBC è un evento valido, focalizzato, rilevante e forte".

Il tono quasi trionfalistico di Comp si stempera un po' quando si passa ai numeri: "Ci aspettavamo la partecipazione di 52.000 operatori. Le pre registrazioni sono state numerose e sappiamo quali delegati non sono potuti venire ad Amsterdam. Forniremo i loro dati agli espositori in modo che possano contattarli". Dei 35.000 operatori che si erano registrati in anticipo, circa 16.000 non hanno potuto raggiungere Amsterdam, in parte a causa del blocco dei voli dagli Stati Uniti e in parte perché alcune aziende hanno espressamente sconsigliato l'utilizzo degli aerei ai loro dipendenti. Alla fine, ad Amsterdam sono arrivati oltre 36.000 operatori del settore, una cifra comunque rilevante, viste le premesse. Se si escludono gli sparuti gruppetti di persone che si soffermavano davanti ai monitor a vedere le trasmissioni della CNN, l'atmosfera che si respirava nei padiglioni di Amsterdam era soltanto un po' più sobria del solito.

Mutamenti nel panorama

Se dal punto di vista dell'innovazione tecnologica, questo IBC non passerà certamente alla storia, sul fronte degli assetti societari c'è da registrare qualche interessante novità. L'apertura della mostra è coincisa con l'annuncio della vendita della Fast alla Pinnacle, società che negli ultimi anni si è data parecchio da fare proprio sul fronte delle acquisizioni. Come ha dichiarato il presidente della Pinnacle Mark Sanders, i prodotti Fast andranno a riempire l'attuale gap esistente fra i prodotti Pinnacle destinati al settore consumer e a quello broadcast, un'area evidentemente giudicata strategica per lo sviluppo dell'azienda. La cifra sborsata da Pinnacle è di circa 15 milioni di dollari, parte in contanti e parte in azioni. Ironia della sorte, la notizia dell'acquisizione da parte di Pinnacle è arrivata proprio quando Fast è finalmente riuscita a completare blue, il sistema di montaggio video non lineare capace di trattare qualsiasi formato analogico o digitale in forma nativa, macchina di cui si parlava ormai da più di tre anni.

Un'altra acquisizione di un certo peso è stata effettuata dalla Snell&Wilcox che si è assicurata la Post Impressions, un'azienda inglese fondata qualche anno fa da personale della divisione hardware della Discreet Logic e specializzata nella produzione di workstation per l'alta definizione, come il correttore di colore Piccasso o il registratore a dischi SpiRint.

Per restare in casa nostra, la notizia più rilevante è il prossimo ingresso di EtereTV nel Gruppo SHS che sembra non badare a spese, a giudicare anche dallo stand allestito per l'IBC, proprio accanto a quello della Sony. Un prodotto di automazione come Etere era proprio il pezzo mancante nell'offerta del Gruppo SHS, tutta incentrata proprio sul software, ritenuto da Giovanni Soldi ceo della società, l'essenza vitale per lo sviluppo della TV digitale, al contrario dell'hardware che viene considerato poco più che una semplice comodità.

L'Europa comincia ad andar stretta al gruppo SHS che oltre alle filiali in Francia, Germania, Inghilterra e Spagna, ne ha recentemente aperta una anche in Brasile. Alla conferenza stampa tenutasi in occasione dell'IBC ha partecipato Vasilij Filippov, responsabile del dipartimento news della CenterTV di Mosca, la prima televisione russa ad essersi dotata di uno studio per la produzione di notiziari totalmente digitale per le lavorazioni senza nastro. Tutta l'installazione, il cui costo complessivo è stato valutato in 15 milioni di dollari, è stata curata dal Gruppo SHS e dal rappresentante locale della Panasonic.

L'era dell'anycast è già cominciata

Per chi si fosse perso le precedenti puntate, il termine anycast è stato introdotto lo scorso anno da Sony e in soldoni significa la possibilità di distribuire contenuti con qualsiasi mezzo a disposizione. Tanto per chiarire il concetto, uno dei pochi esperimenti di anycasting che ha finora avuto successo è stato il Grande Fratello dove accanto alla trasmissione televisiva, gli stessi contenuti (se così si possono chiamare) erano trasmessi in diretta sul sito Internet collegato alla trasmissione e ai telefonini, sotto forma di messaggi di testo, solo perché di più non si poteva fare.

Sony crede fermamente nel futuro dell'anycast e la recente ristrutturazione della Corporation ha portato alla creazione di sette nuove compagnie tra cui la Broadband Solutions Network Company a cui faranno capo le attività della divisione B&P, che si è finora occupata del mercato broadcast e professionale, oltre a quelle delle divisioni Home Video, Home Audio e Server Solution. Secondo Nobuyuki Idei, chairman e ceo della Sony Corporation, entro il 2005 l'era del broadband diventerà una realtà e questa riorganizzazione permetterà alla Sony di soddisfare meglio le esigenze imposte dal cambiamento degli scenari di mercato.

Probabilmente, l'evoluzione del mercato giapponese non sarà simile a quella europea, almeno se si prendono per buoni i dati forniti dalla stessa Sony nel corso della conferenza stampa, secondo i quali circa 18 milioni di case europee nel 2003 saranno collegate a reti broadband (attraverso fibre ottiche o microonde). Questo numero rappresenta certamente un incremento notevole rispetto all'attuale, ma è ancora ridicolmente basso rispetto a quello delle case dotate oggi di un televisore. Se poi si aggiunge il fatto che le società di telecomunicazioni stanno attraversando un periodo di crisi piuttosto pesante, è difficile riuscire a credere alle previsioni di Idei, soprattutto per quel che riguarda la tempistica.

Anche la strategia adottata dalla Sony all'IBC ha lasciato un po' perplessi. Tutta la parte inferiore dello stand era occupata da spazi di incontro e conversazione mentre al piano superiore era stata allestita un'esposizione dei prodotti più recenti, comprese alcune novità assolute, come il camcorder per il formato IMX. L'idea era più o meno: prima mi spieghi quel che devi fare, poi ti faccio vedere quello che ho da offrirti. Inoltre, tanto per facilitare la vita a cronisti e visitatori, Sony non distribuiva praticamente alcun pezzo di carta: accanto ad ogni postazione era però presente un personal computer collegato al sito Internet appositamente allestito per l'occasione e contenente tutte le informazioni relative ai nuovi prodotti.

Per quel che riguarda questi ultimi, finalmente si è potuto toccare con mano il camcorder MSW-900 in formato IMX che utilizza la nuova generazione EX di CCD PowerHAD, in grado di offrire prestazioni simili a quelli dei FIT, ma con un costo paragonabile a quello dei più economici FIT. Il trucco sta in un sistema di focalizzazione dei raggi luminosi inserito nel substrato del chip che contribuisce a ridurre l'effetto di blooming, migliorando al tempo stesso la sensibilità del sensore, che nel caso specifico è di F/11 a 2.000 lux. Il camcorder ha un peso di poco più di 5 kg, ottica esclusa, e l'autonomia di registrazione è di circa 70 minuti.

Le altre caratteristiche del MSW-900 sono più simili a quelle dei camcorder Sony per il formato Digital Betacam ed è prevista un'opzione per la registrazione continua ad anello, che consente di registrare le immagini ricevute dalla telecamera anche alcuni secondi prima della pressione del tasto di registrazione, fino a un massimo di otto. Lo stesso tipo di CCD è utilizzato anche dalla BVP-E10, una nuova telecamera portatile offerta a un prezzo interessante.

Con i piedi per terra, o quasi

No fiction, just reality è stato lo slogan scelto da Panasonic, che si è presentata ad Amsterdam più agguerrita che mai con uno stand abbastanza tradizionale, sovrastato da una struttura che voleva rappresentare una mongolfiera pronta a librarsi nei cieli. Il punto forte su cui continua a insistere Panasonic è la compatibilità assoluta della famiglia di formati di registrazione DVCPro e Ted Taylor, che da qualche mese è a capo della filiale europea, non si è perso l'occasione per lanciare qualche stoccata all'acerrimo nemico. Secondo un'indagine presentata nel corso della conferenza stampa svoltasi in occasione dell'IBC, il costo totale di mantenimento delle apparecchiature DVCPro, quello che gli anglosassoni chiamano TCO (Total Cost of Ownership), è inferiore di circa il 40% rispetto a quello di apparecchiature analoghe da mezzo pollice. Per sottolineare la robustezza dei propri videoregistratori, allo stand era esposta anche una macchina con le testine originali che aveva alle spalle oltre 8.000 ore di registrazione.

Durante la stessa conferenza stampa sono state poi presentate, fianco a fianco, immagini di riprese effettuate sulle montagne russe di un lunapark con un camcorder DVCPro e con un non meglio specificato camcorder digitale da mezzo pollice: le masse ridotte utilizzate dalla meccanica del DVCPro sopportano meglio simili condizioni di accelerazione, mentre le immagini registrate dall'altro camcorder sono praticamente inutilizzabili, a meno che non si riesca a sfruttare l'evidente effetto mosaico per qualche scopo creativo.

Questa agguerrita politica commerciale sembra che stia dando i suoi frutti: le vendite di Panasonic sul mercato europeo sono, infatti, aumentate di oltre il 20% negli ultimi sei mesi. Significativo a questo riguardo l'ordine di ben 50 videoregistratori DVCPro AJ-D455 annunciato dalla RAI proprio in occasione dell'IBC che saranno utilizzati soprattutto nelle sale di conversione dei formati. L'AJ-D455 è in grado di leggere qualsiasi cassetta in standard DV a 25 Mbit, comprese le DVCam, e può registrare sia in formato DV, sia in DVCPro 25, in questo caso fino a oltre tre ore su un'unica cassetta. Le uscite analogiche, component compreso, fanno parte della dotazione standard, assieme a ingressi e uscite AES/EBU per l'audio digitale, mentre come opzione sono previste interfacce SDI e Ieee 1394.

Panasonic si sta dando parecchio da fare anche sul fronte dell'alta definizione, o cinema digitale che dir si voglia. Il prodotto che sta riscuotendo il maggior interesse è il camcorder AJ-HDC27, la prima telecamera capace di registrare immagini con frame rate variabile da 4 a 33 fps, con incrementi di un frame, oltre che a 36, 40 e 60 fps, caratteristica molto apprezzata dagli operatori cinematografici. La velocità dell'otturatore si adatta alla cadenza di ripresa per cui è possibile ottenere la caratteristica sfocatura dovuta al movimento tipica delle immagini riprese in pellicola. Inoltre, grazie alla funzione Cine Gamma, la latitudine di posa è maggiore di 2 diaframmi rispetto a quella delle telecamere convenzionali, il che significa la possibilità di catturare maggiori dettagli agli estremi del range di esposizione; a questo si aggiunge poi un completo controllo della resa cromatica, reso possibile dall'utilizzo di una matrice colore a 12 poli che permette di intervenire su uno specifico colore, senza influire sulla colorimetria complessiva.

Una zona dello stand Pansonic era infine dedicata alle schede di memoria in formato SD che entro l'anno saranno disponibili con una capacità di un GB ma di cui sono già previste versioni fino a 4 GB. Una simile scheda, che ha più o meno le dimensioni di un francobollo, permette di registrare una ventina di minuti di materiale in formato DV e tra i tanti prototipi in mostra c'era anche un minuscolo camcorder dotato di moduli di registrazione intercambiabili per schede SD o nastri DV. Se lo sviluppo continuerà a procedere speditamente in questa direzione, c'è da prevedere che i camcorder a dischi non avranno un gran futuro.

Tra i due litiganti ...

Con l'acquisizione delle attività della Philips nel settore del broadcast, Thomson si è ritrovata nella posizione di supportare sia i formati di registrazione Sony, a cui è stata sempre storicamente legata, sia quelli della Panasonic, in passato commercializzati dalla Philips. Per il momento, Thomson intende continuare a supportare tutti i prodotti esistenti e allo stand dell'IBC si potevano vedere fianco a fianco telecamere Thomson e ex-Philips (già rimarchiate) piuttosto che i mixer video Alteo e DDR35, prodotti che fino a pochi mesi fa erano in diretta concorrenza.

Difficile però dire come andrà a finire, per ora si sa soltanto che la produzione dei prodotti duplicati sarà accorpata in un'unica fabbrica. Thomson ha poi manifestato l'intenzione di estendere l'offerta di telecamere verso il basso, ma anche su questo punto non si è sbottonata più di tanto. Di certo, con l'acquisizione della Philips Broadcast, Thomson ha conquistato una posizione di rilievo nel panorama internazionale, che la vede al secondo posto su scala mondiale e al primo in Europa.

Per quel che riguarda i prodotti, oltre al debutto europeo della LDK7000, la telecamera ad alta definizione destinata all'impiego nel settore della cinematografia elettronica, Thomson ha presentato una nuova versione del video server Nextore capace ora di registrare anche in formato IMX, oltre che in DV e M-Jpeg; con la soluzione Surf per l'asset management è poi possibile consultare il materiale registrato in bassa risoluzione con un qualsiasi browser web. Il collegamento di più server Nextore per la realizzazione di una SAN multipla è poi possibile con l'applicazione SANxFer che consente di trasferire il materiale in forma nativa, metadata compresi.

I video server Nextore possono essere controllati da un mixer video Alteo, che è ora capace anche di gestire direttamente il DVE Excel della Pinnacle e le matrici della Pro-Bel o della stessa Thomson. Presentata anche la versione compatta del mixer da produzione DD35 dotata di un solo banco M/E e offerto in configurazioni da 16 a 44 ingressi SDI; con l'opzione FX-Processor è possibile avere a disposizione anche quattro canali DVE e altrettanti per il Ram Recorder, ciascuno di questi capace di registrare fino a otto secondi di clip.

Numero uno per le news e lo sport

Difficile credere che un’azienda come Quantel, che deve la sua notorietà a macchine come la Paintbox, sia riuscita in poco tempo a conquistarsi una posizione da protagonista in un settore che fino a qualche anno fa le era del tutto estraneo, eppure questo è quanto sostiene la stessa Quantel. Il motore di questo successo è stato il video server Clipbox, una macchina che come sostiene Geoff Wright, responsabile tecnico della GMTV di Londra, funziona. La soluzione proposta da Quantel non è destinata solamente alle grosse installazioni, come l’inglese ITN, ma si adatta perfettamente alle esigenze delle emittenti regionali.

Alla già nutrita schiera di partner (comprendente società come ANN, Autocue, ENPS, Ibis, Louth, Omnibus, Panasonic e Sony), si sono aggiunte recentemente StorageTek, eMotion e il Gruppo SHS. Un’interfaccia per consentire il trasferimento sulla rete Clipnet di materiale da e verso i sistemi Newscutter della Avid è in avanzata fase di sviluppo, mentre Panasonic sta terminando la fase di test di una simile interfaccia di collegamento con i sistemi di editing QuickCutter, che potrà consentire il trasferimento di materiale in formato DVCPro anche a velocità doppia rispetto al tempo reale. Anche in questo caso la connessione sarà in rete Clipnet, lasciando così libere le porte del Clipbox per l’acquisizione o la riproduzione. Infine, a breve sarà disponibile anche una versione del Clipbox per il formato HDCam sviluppata in stretta collaborazione con Sony.

Si ingrossa anche la schiera di partner interessati alla piattaforma iQ, lanciata lo scorso anno proprio in occasione dell’IBC ed ora offerta a un prezzo da Quantel ritenuto più conveniente, 330.000 dollari per la versione base capace di trattare materiale in alta definizione Nuovi moduli per la correzione colore, integrati perfettamente nel software di editing, sono stati rilasciati da Pandora e da Vinci mentre Miranda ha sviluppato una serie di plug-in per la riduzione del rumore, il deinterlacciamento delle immagini e la loro filtratura, studiati espressamente per la realizzazione dio progetti che comportano l’utilizzo di materiale con diversa risoluzione, forse la più interessante fra le caratteristiche della piattaforma iQ. Dal canto suo, Quantel ha presentato Qeffects, un pacchetto per la gestione di effetti su un massimo di otto superlayers, comprendente effetti in stile DVE, strumenti per il tracking, la correzione del colore e la generazione di chiavi.

Un campione di velocità

Bastano meno di 5 secondi per posizionare il cavalletto 540ART della Manfrotto. Presentato lo scorso anno come prototipo, il nuovo treppiede è basato su un meccanismo di blocco automatico che non richiede alcun intervento da parte dell’operatore. Un’altra caratteristica interessante è il sistema utilizzato per il livellamento che utilizza solo meccanismi interni, senza alcuna parte sporgente. Realizzato con elevati standard qualitativi utilizzando fibra di carbonio, non solo per la leggerezza che è tipica di questo materiale, ma soprattutto per le sue doti di rigidità, il treppiede 540ART accetta qualsiasi tipo di testa fluida con culla da 75 o 100 millimetri e può supportare carichi fino a 15 kg di peso.

L’altra novità di Manfrotto è la testa fluida 516 che sostituisce la gloriosa 116. Le frizioni sono regolabili con continuità e la molla per il controbilanciamento è dimensionata per supportare i camcorder più recenti con peso inferiore ai 10 kg. La testa è dotata di una piastra ad attacco rapido e, rispetto ai modelli più recenti, sono state apportate modifiche al design in modo da renderla più maneggievole. In mostra anche il nuovo pantografo Compact della IFF caratterizzato da dimensioni estremamente ridotte e disponibile in tre versioni, con allungamenti che vanno da 2,1 a 3,8 metri; il carico massimo è di 18 kg e il pantografo è stato pensato per l’impiego con luci fredde e in studi di altezza relativamente ridotta.

Cinema elettronico anche in DV

JVC ha presentato ad Amsterdam la versione cinematografica dei camcorder GY-DV700W e DY-90W, capaci rispettivamente di registrare in formato DV e D-9. L’idea potrebbe sembrare alquanto balorda, almeno per quel che riguarda il modello DV, ma pare che tra i cinematografari indipendenti d’Oltreoceano ci sia un notevole interesse per questo tipo di prodotti, anche perché l’impiego di sensori da 2/3 di pollice consente l’utilizzo delle ottiche cinematografiche. La colorimetria è stata modificata per renderla più simile a quella caratteristica delle pellicole e funzioni come il black stretch/compression consentono di ovviare a situazioni critiche di ripresa.

Nessuna traccia allo stand della JVC del registratore a dischi dockable visto all’ultimo NAB, cosa che fa pensare che il progetto sia stato accantonato, almeno momentaneamente. In mostra invece il prototipo, ancora non funzionante, del nuovo camcorder GY-DV300 con ottica 14x integrata che dovrebbe impiegare tre CCD da un terzo di pollice ed entrare in produzione non prima del prossimo anno. Nuova anche l’interfaccia Ieee 1394 per i videoregistratori D-9 che consente la registrazione di materiale DV in formato nativo.

Tutto, o quasi, in tempo reale

Pro-One è la prima di una nuova serie di schede Pinnacle per l’editing video in formato DV destinate al mercato professionale. La scheda è dotata di ingressi per video DV e analogico, in composito o Y/C, e oltre a permettere la creazione di effetti di transizione in tempo reale fra due tracce video e una di grafica, la Pro-One consente di applicare a ciascuna delle due tracce video filtri per la correzione del colore o per effetti di rallenty e accelerazione, visualizzando immediatamente il risultato su un monitor collegato a una delle uscite video analogiche. Il potente motore hardware di cui è dotata la scheda consente anche la gestione di oltre 200 raffinati effetti 3D, sempre in tempo reale, realizzabili con il modulo software Hollywood FX che consente un controllo accurato su tutti i parametri. Pinnacle fornisce anche un filtro per la stabilizzazione delle riprese che opera in modo completamente automatico, fornendo risultati più che accettabili.

Il programma di montaggio fornito a corredo è la versione 6.0 di Adobe Premiere mentre con il modulo per la cattura DVTools è possibile automatizzare in parte questa operazione, grazie alla funzione di riconoscimento automatico dei cambi di scena. La dotazione software è completata dal modulo di titolazione Title Deko e dalla versione SE di Pinnacle Impression, un programma per la creazione di semplici DVD. In pratica, con Pinnacle Pro-One si ha a disposizione tutto quanto il necessario per realizzare rapidamente un montaggio video, e senza spendere una fortuna.

Una linea tutta nuova

Discreet ha presentato all’IBC le versioni più recenti dei software di editing e compositing. Per Combustion 2, il software di animazione e compositing per piattaforme Windows e Macintosh, le novità più interessanti sono costituite dalla capacità di gestire progetti con materiale in diversi formati (anche con colore a 16bit), strumenti per la rimozione o la creazione della grana, un sistema di particelle e un generatore di testo completamente integrati. Le prestazioni complessive sono state migliorate e la versione Macintosh supporta anche il nuovo sistema operativo MacOS X. Il supporto di Windows 2000 è invece una delle novità di edit 6.5 che può ora essere utilizzato anche con le schede Targa 3000 di Pinnacle.

La versione 5 dei software di editing non lineare smoke e fire, rispettivamente per workstation Octane 2 e Onyx 3200 della Sgi, aggiunge il supporto del formato OMFI di Avid, consentendo così lo scambio di materiale fra le diverse stazioni di montaggio e di utilizzare i sistemi Discreet per la finalizzazione. Smoke è in grado di trattare materiale in alta definizione in tempo reale, mentre con fire è possibile gestire materiale con risoluzione 4K e lavorare anche con 12 bit di risoluzione colore.

Grazie al pieno supporto delle workstation Octane2, sono notevolmente aumentate le prestazioni di Frost 3, il pacchetto per la creazione di grafica 2D e 3D per trasmissioni in diretta. L’integrazione di software sviluppato dalla Inscriber Technology ha permesso di migliorare sensibilmente il modulo di titolazione 2D, mentre con gli strumenti per la creazione dei set virtuali è possibile avere una previsualizzazione immediata del risultato, consentendo così di apportare modifiche fino all’ultimo minuto. Inoltre, le licenze per i moduli di authoring e render possono ora essere acquistate anche separatamente.

In mostra allo stand della Discreet anche le linee di prodotti Cleaner e Cinestream, recentemente acquistate dalla Media 100. L’operazione non è ancora stata ufficialmente completata per cui Discreet preferisce aspettare qualche mese prima di delineare le proprie strategie per questi prodotti, ma è molto probabile che le tecnologie sviluppate per Cleaner finiranno con l’essere integrate in prodotti come edit.

La rinascita di Softimage

"Softimage is back": con queste parole è stata presentata la nuova versione 2.0 di Softimage XSI alla conferenza stampa convocata da Avid in occasione dell’IBC. Sono oltre 2.500 le funzioni che vanno ad arricchire il corredo di strumenti messi a disposizione da quello che si conferma come uno dei migliori programmi per l’animazione 3D esistente sul mercato. Anche se non mancano delle vere e proprie chicche, come il potente modulo per la simulazione di capelli e pellicce perfettamente integrato nel pacchetto, le caratteristiche più apprezzate dagli utenti saranno certamente l’incremento delle prestazioni e la migliorata stabilità.

Il modulo per il compositing delle scene è un’altra delle novità e la gestione degli effetti è facilitata dalla presenza di un’interfaccia grafica molto intuitiva. Migliorate anche le potenzialità del modulo per il render interattivo, ora in grado di visualizzare effetti come la sfocatura dovuta al movimento, mentre il pieno supporto della nuova versione 3.0 di mental ray facilita la gestione degli shader con l’utilizzo del RenderTree. Al solito, il programma è utilizzabile su workstation con sistema operativo Windows NT , Windows 2000 o Irix, ma per l’intera linea di prodotti Softimage, compreso Toonz, sono previste anche le versione per la piattaforma Linux.

Economicamente in rete

Creata per soddisfare le esigenze di quanti hanno la necessità di condividere il materiale fra più stazioni di lavoro, ma non richiedono prestazioni particolarmente brillanti, Avid Unity LANshare unisce le potenti funzionalità di condivisione dei file di Avid Unity Media Network con un server ad alte prestazioni per ottenere una soluzione a basso costo, basata su una rete Ethernet dedicata. Avid Unity LANshare è quindi il prodotto ideale per piccoli gruppi di lavoro che utilizzano prevalentemente materiale in forma compressa e non richiedono la banda tipica dei collegamenti in Fibre Channel utilizzati con Avid Unity.

Il nucleo centrale di LANshare è un server con unità di memorizzazione per il materiale, che può supportare fino a sei stazioni di editing in contemporanea, da Xpress fino a Film Composer. La versione base prevede dischi in configurazione Raid per una capacità complessiva di 640 GB e non è necessario avere particolari conoscenze tecniche o informatiche per riuscire a gestirne il funzionamento. La possibilità di collegamento a una generica rete locale Ethernet, senza influire sulle prestazioni della reste LANshare, garantisce la possibilità di accedere ai classici servizi, come la posta elettronica o il Web.

Lo zoom con il turbo

Passa da grandangolo a tele in meno di due secondi il nuovo zoom professionale YJ!9x9B della Canon. Grazie alla tecnologia Shuttle Shot, l’ottica della Canon consente di variare la focale fra due posizioni predefinite con la semplice pressione di un pulsante. Questa funzionalità può essere utilizzata non solo per facilitare la messa a fuoco, passando direttamente alla focale massima, ma anche per passare direttamente da un’inquadratura in campo largo a un primo piano del soggetto. L’impiego del collaudato sistema di focalizzazione interna consente di ridurre le aberrazioni cromatiche, migliorando così anche la risoluzione, e lascia una maggiore libertà nell’uso dei filtri frontali. Nonostante l’ampia escursione focale, il peso della versione con duplicatore integrato è di poco superiore a 1,5 kg e la focale minima offre un angolo di campo di circa 50 gradi in orizzontale.

Creatività al massimo

Una soluzione professionale per la creazione di DVD è stata presentata da Matrox all’IBC. La soluzione si basa sulle scheda DigiSuite Le o Lx Max, il software di authoring ReelDVD della Sonic Solutions e sul masterizzatore Panasonic LF-D311, capace di creare sia DVD-r, riproducibili con un normale player per DVD, sia DVD-Ram, supporto particolarmente adatto all’archiviazione del materiale. La creazione del video compresso nel formato adatto alla registrazione su DVD è possibile direttamente dalla timeline e con ReelDVD si possono realizzare prodotti di qualità professionale, grazie alla possibilità di gestire un numero illimitato di menù, l’audio Dolby Digital, tracce multiple per l’audio e i sottotitoli, il tutto abbastanza facilmente, grazie all’intuitiva interfaccia grafica.

Sempre in occasione dell’IBC, Matrox ha annunciato la prossima disponibilità dell’interfaccia SDTI-CP per le schede della serie DigiSuite, che potranno così trattare anche materiale IMX in formato nativo, e una sensibile riduzione di prezzo per la scheda RT2500: Per quest’ultima è stato presentato il ProPack, un pacchetto che aggiunge nuove funzionalità, tra cui la sfocatura delle immagini e la gestione delle maschere con gli effetti DVE, mentre per la versione Macintosh, la RtMac, la novità è costituita dal supporto per Adobe Premiere 6.0.

Trent’anni per il broadcast

Fondata nel 1971 da Keizo Kiyohara, che ne è tuttora presidente, For-A ha festeggiato quest’anno il suo trentesimo anniversario presentando una serie di prodotti particolarmente interessanti, a cominciare dal mixer video digitale compatto Hanabi con due barre M/E. Tutta l’elettronica è contenuta in un frame da 3 RU e all’interno di essa è possibile installare anche un’unità ridondante per l’alimentazione. L’unità principale è disponibile in tre versioni, con 16, 24 o 28 ingressi, tutte dotate di quattro frame store; fino a quattro pannelli con possono essere collegati contemporaneamente, consentendo così il controllo del mixer da differenti postazioni. Ogni barra M/E dispone di due chiavi, un DSK e, con una scheda opzionale, anche di due canali DVE 3D; anche due chroma-key fanno parte della dotazione standard. Le uscite sono tre per ogni barra M/E (program, preview e clean).

Sul fronte dei set virtuali, la novità è costituita da digiStorm che consente di realizzare delle vere e proprie scenografie tridimensionali ed è disponibile come upgrade per gli attuali utilizzatori dei sistemi digiWarp-EX. La piattaforma utilizzata è Windows NT, ma grazie a componenti hardware sviluppati da For-A è possibile ottenere prestazioni tipiche di workstation grafiche ben più costose. L’interfaccia utente è studiata per permettere anche ad operatori che abbiano una limitata conoscenza della grafica 3D di ottenere facilmente e rapidamente il risultato voluto.

Per quel che riguarda i video registratori a dischi, sviluppati dall’italiana BLT, all’IBC è stata presentata la versione a quattro canali destinata all’impiego con le telecamere per lo slow-motion. Tre degli ingressi sono destinati all’acquisizione del segnale a 150 semiquadri generato da queste telecamere mentre il quarto può essere impiegato per la riproduzione in simultanea. La capacità di registrazione arriva fino a un massimo di sette ore ed è possibile acquisire contemporaneamente fino a sei canali audio analogici. Il materiale video è compresso in formato M-Jpeg con un data rate di 50 Mbps, ma la BLT sta sviluppando una versione capace di registrare in formato IMX nativo e dotata di interfacce SDTI-CP.

Modulare e digitale

Movie Engineering ha ultimato lo sviluppo della nuova testa remotata compatta CAMS MD, presentata come prototipo lo scorso anno. La testa si compone di due moduli stagni che possono anche essere utilizzati separatamente; il peso complessivo è di soli 7,5 kg e il massimo carico utile arriva a 20 kg. Una completa rotazione attorno a uno dei due assi può essere effettuata in appena un secondo e mezzo e la testa può essere controllata a distanza utilizzando una connessione con normale cavo telefonico. Il sistema è già stato collaudato con successo in occasione di diversi eventi, compresi alcuni Gran Premi automobilistici, ed in futuro è prevista anche la possibilità di controllarne il funzionamento tramite un personal computer.

Alta definizione anche da AIST

La famiglia di prodotti MoviePack della AIST si completa con eXtreme 4.0, una soluzione destinata al trattamento di materiale video non compresso in definizione standard e alta, che integra una scheda con ingresso e uscita digitali in standard SMPTE 2569 e 292. eXtreme 4.0 mette a disposizione, in un ambiente unico, funzionalità di editing, animazione, compositing, titolazione e gestione dell’audio, praticamente tutto il necessario per il completamento di un progetto. Non mancano, infatti, raffinati strumenti per la stabilizzazione delle immagini, tracciamento multi-punto o la generazione di effetti basati su particelle e l’architettura aperta consente di aggiungerne di nuovi , sotto forma di plug-in.

Incluso nel pacchetto anche un software per la modellazione e l’animazione tridimensionale, interamente basato su Nurbs. Queste curve possono essere combinate con i classici strumenti di modellazione in modo da creare rapidamente forme complesse che possono poi essere facilmente animate anche con funzioni di cinematica inversa. Il risultato può infine essere miscelato con immagini ottenendo effetti particolarmente realistici. eXtreme 4.0 supporta anche formati cinematografici, come il Cineon, ed è in grado di visualizzare un’anteprima in tempo reale.


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