Indice delle notizie                      news      30 ottobre 2001

La televisione corre
sul 'filo elettrico'

Entro la fine dell’anno, in Germania circa 20.000 famiglie riceveranno segnali telefonici, video e dati attraverso PowerNet, un servizio ideato dalla svizzera Ascom e dal gruppo tedesco RWE.

La velocità di connessione offerta dal servizio dovrebbe risultare 30 volte più alta di quella permessa dall’ISDN. Altre società locali come EnBW e MVV (oltre ad altre società in Svizzera) sono pronte a lanciare offerte analoghe. Tutto questo non farebbe notizia se l’offerta non riguardasse la tecnologia PLC, che non usa il cavo telefonico né la fibra ottica bensì la rete dell’energia elettrica.

L’idea di trasmettere segnali attraverso la rete dell’energia elettrica non è certo una novità: già nel 1920 le compagnie usavano gli elettrodotti come veicolo per comandare a distanza l’illuminazione delle città, e dagli anni ‘ 70 sono di uso comune sistemi interfonici che sfruttano l’impianto elettrico domestico.

Fino a ieri queste venivano considerate le uniche applicazioni pratiche della trasmissione di segnali attraverso la rete elettrica; Alistair Henderson, direttore dei progetti di Energis, spiega: "Le linee non erano progettate per veicolare dati, ed erano molto sensibili alle interferenze e alle variazioni di tensione; per questo i sistemi analogici non hanno mai avuto successo. L’avvento del digitale però ha ribaltato la situazione: con nuovi filtri al contatore, semiconduttori moderni e sistemi di codifica adeguati non c’è nulla che impedisca la diffusione di segnali a banda larga per mezzo degli impianti elettrici".

Il sistema di trasmissione dati su rete elettrica (PLC) permette ovviamente alle compagnie distributrici di energia di ridefinire la propria posizione sul mercato: l’offerta risulta attraente, anche perché lo stato dell’utente è l’ always-on tipico dell’Adsl ma le tariffe possono risultare ben più vantaggiose.

Secondo Amit Yudan, responsabile per l’Europa della società israeliana

M@in.net, "il sistema è genialmente semplice. Una volta installati gli adattatori su ogni computer e periferica, ogni presa di corrente si trasforma in un nodo della rete domestica o di azienda.".

Stefan Riva, CEO di Ascom, si chiede: "Se una compagnia elettrica proponesse collegamento telefonico e internet ad alta velocità per meno di 70.000 lire al mese, chi non sarebbe interessato?"

Attualmente la maggior parte di soluzioni PLC sono limitate alla gestione di piccole LAN: i segnali vengono ricevuto via Adsl, cavo o satellite, e successivamente distribuiti attraverso i cavi elettrici domestici. Ma la stessa tecnologia può venire usata per connettere le sottostazioni elettriche al backbone IP, rendendo realistico il concetto di "pianeta always-on".

Continua Stefan Riva: "Nei paesi dove le strutture convenzionali di telefonia e comunicazione sono insufficienti, la tecnologia PLC permetterà enormi progressi in tempi brevissimi." E cita un rapporto della banca d’investimenti ABN-Amro, secondo il quale entro il 2004 le compagnie elettriche asiatiche si assicureranno dal 25 al 50% del mercato delle comunicazioni su linea fissa.

Ascom sta conducendo test simultanei sia a Hong Kong e Singapore, dove la densità di popolazione rende il mercato interessantissimo, sia in Cile, dove un grande numero di potenziali utenti non ha accesso a linee telefoniche standard.

L’Europa, peraltro, è il mercato dove le tecnologie PLC sono già funzionanti.

M@in.netha lanciato la prima offerta commerciale a Mannheim in Luglio, e gestisce programmi pilota in collaborazione con la spagnola Uniòn Fenosa, l’italiana Enel e il consorzio svedese Elforsk. "La Germania, - rileva Yudan, - è un paese conservatore: per questo motivo i risultati dell’iniziativa sono altamente indicativi".

Ma naturalmente il sistema ha anche i suoi punti deboli: gli scettici fanno rilevare la scarsa velocità della tecnologia che è funzione, come in tutti i sistemi a cavo, della velocità di trasmissione e della distanza.

M@in.net fornisce il servizio a 2 megabits al secondo (Mbps) mentre Ascom dichiara una velocità di 4.5 Mbps; entrambe le società contano di poter operare a 10 Mbps entro la metà del 2002; non è granché rispetto all’Adsl, per il quale i 10 Mbps sono normali, o Ethernet che raggiunge i 100 Mbps. La tecnologia PLC, inoltre, opera secondo il principio point-to-multipoint, per cui gli utenti collegati a una stessa sottostazione devono suddividersi la larghezza di banda disponibile: se anche si raggiungessero i 10 Mbps, difficilmente sarebbero sufficienti per le centinaia di utenze collegate contemporaneamente.

Huw Price-Stephens, direttore tecnico della società di video-on-demand Yes TV, non crede nel PLC: "Il sistema può funzionare, ma mai bene come l’Adsl o Ethernet’

Yudan ammette che 2 Mbps sono pochini per i servizi video: "Per ora non pensiamo al VOD, ma riteniamo che la trasmissione di video a banda larga su rete elettrica sarà proponibile commercialmente entro cinque anni".

I tentativi di ampliare la larghezza di banda sono limitati dalle restrizioni ai livelli di emissione di radiazioni: le trasmissioni ad alta potenza in ambiente urbano possono essere rischiose per la salute e disturbare le trasmissioni radiofoniche civili, militari e di emergenza. Alistair Henderson di Energis fa notare: "Un sistema PLC crea radiazioni che provocano interferenze ai sistemi di comunicazione. Si possono ridurre questi disturbi diminuendo la potenza del segnale, ma il sistema diventa oltremodo sensibile ai disturbi.

Per il direttore marketing di Ascom, David Ziltener, "Effettivamente il sistema genera radiazioni, ma non sono molto diverse da quelle prodotte da un forno a microonde o da un cellulare".

Nel Regno Unito, fa notare il direttore di PolyTrax, Ian Young, gli esperimenti condotti negli ultimi anni ’90 da Nortel Networks e United Utilites usavano "potenze illegali su frequenze illegali" e hanno spinto il governo ad adottare una regolamentazione restrittiva che di fatto impedisce qualsiasi sviluppo del PLC.

Secondo David Kurtz, analista di Datamonitor, "il PLC ha bisogno di una regolamentazione europea che è ancora lontana; per questo motivo la Siemens ha recentemente rinunciato a qualsiasi progetto di sviluppo di questa tecnologia".

Negli Stati Uniti i regolamenti sono meno restrittivi, e recentemente oltre 90 giganti dell’high-tech come Cisco, Motorola, Texas Instruments, Compaq e 3C hanno costituito la HomePlug Powerline Alliance che si propone di definire le specifiche per la realizzazione di dispositivi consumer. Sul mercato esistono già applicazioni che permettono la connessione di 20 PC, stampanti e periferiche attraverso l’impianto elettrico di casa.

Il momento buono per il PLC può essere vicino, ma la finestra non è destinata a rimanere aperta a lungo. Il nodo, soprattutto in Europa, è costituito dai regolamenti che limitano la potenza di trasmissione; se verrà sciolto, non è escluso che il PLC possa diventare il mezzo dominante per le applicazioni domestiche di rete, compreso il video.

 

Come funziona

La tecnologia PLC è basata sulla conversione di dati presenti sulla rete a banda larga in segnali adatti a venire trasmessi sui cavi dell’energia elettrica; l’informazione viene decodificata a destinazione per mezzo di filtri sistemati sulle normali prese di corrente.

Per ottenere velocità di trasmissione dell’ordine di qualche Mbps, occorre usare frequenze comprese fra i 10 e i 30 MHz; la rete elettrica però è stata progettata per veicolare frequenze di 50 MHz, e la sovrapposizione di segnali causa inevitabilmente emissioni anomale che disturbano lo spettro di onde corte riservato alle trasmissioni radiofoniche internazionali, comunicazioni militari, aeronautiche, diplomatiche, navali e di emergenza. Le leggi impongono quindi soglie ben precise; in Europa è probabile che lo standard adottato dall’ UE sarà quello tedesco NB30.


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