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NEWS 23 settembre 1999

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Novità Rai

Giovedì 23 settembre a viale Mazzini è stata ufficializzata l’ennesima riorganizzazione interna in attesa, naturalmente, della rivoluzione copernicana prevista dal ddl 1138 che intanto sta seguendo il suo accidentato iter tra Camera, Senato, Commissioni, corporazioni e lobby varie. Accontentiamoci, per ora, di questo spettacolare walzer di poltrone e di strutture. Pietro Calabrese è stato nominato direttore della Divisione Tv 2 al posto di Giovanni Tantillo. Da questa divisione dipendono Rai Tre, il T3, Rai International, Rai News 24 e Televideo, che equivale a dire: mille giornalisti e 1200 miliardi di budget. Parte invece con un budget di 450 miliardi RaiCinema, la nuova società alla quale saranno affidate tutte le attività relative a cinema e fiction. Amministratore delegato sarà Giancarlo Leone, presidente Giuliano Montaldo, direttore generale Carlo Macchitella. Al posto di Leone, alla Direzione del marketing strategico e coordinamento palinsesti andrà Giuseppe Cereda. La consociata RaiTrade, creata per commercializzare i marchi dei programmi, perde i diritti del cinema ma incorpora la direzione dei diritti sportivi. Paolo Francia ne sarà direttore generale. Tutta nuova, infine, la società Serra Creativa che si occuperà di selezionare nuovi progetti per programmi tv e fiction. Avrà sede a Milano e sarà diretta da Valeria Benatti. La Rai ha 11.000 dipendenti, riceve 2600 miliardi di canone, fattura 2.500 miliardi di pubblicità.

Grazie alla Rete i nuovi Paperoni americani

Avrà anche aspetti detestabili ma almeno è dinamico. Stiamo parlando del capitalismo degli States, a differenza di quello nostrano capace di garantire mobilità sociale perché concorrenziale e aderente al rinnovamento tecnologico. Secondo la rivista Forbes, infatti, i dieci maggiori Paperoni americani sotto i 40 anni d’età sono tutti protagonisti del business della Rete. Da Michael Dell (34enne fondatore di Dell Computer, 21 miliardi di dollari di patrimonio) a Jeff Bezos (35enne creatore di Amazon.com, quasi 6 miliardi di dollari nei suoi virtuali forzieri): tutti ricchi grazie a Internet, un mercato che 10 anni fa non c’era. Straordinario.

Internet gratis o quasi
Dopo Tin, Tiscali e Libero Infostrada anche i gruppi Espresso e Fininvest consentiranno l’accesso alla Rete senza abbonamento cioé al costo di una semplice telefonata urbana. Entrambe le società realizzeranno il nuovo servizio grazie alla tecnologia e al know-how di Albacom, l’operatore di telefonia fissa che dispone di punti di accesso in tutta Italia. Cala il sipario, intanto, sul fronte dell’hardware: con il fallimento dall’OP Computer di Ivrea (controllata per ultimo da Roberto Schisano, 1200 dipendenti residui), a metà settembre, l’infelice avventura dell’industria informatica italiana si è davvero conclusa. E tutti i tentativi di rianimazione artificiale sindacali e politici ne prolungheranno l’agonia, non la vita. Parce sepultis.

Wind con Yahoo!

Anche Wind offre l’accesso gratuito a Internet grazie a un’intesa con Yahoo! Italia. Le due società collaboreranno anche per lo sviluppo di servizi basati sul protocollo Wap, che consente ai clienti di telefonia mobile di navigare in Rete dal loro cellulare.

In arrivo Super Internet
Grazie alla tecnologia Adsl su larga banda, sarà a breve disponibile una sorte di Super Internet, un sistema che consente un accesso da trenta a novanta volte più rapido dell’attuale, avverte della posta elettronica con un suono e, nel contempo, permette di proseguire le telefonate su linea fissa. Telecom Italia ne ha avviato una sperimentazione in 22 città.




Aggiornamento al 23 settembre 1999