Indice delle notizie                      news      8 novembre 2001

I DIECI COMANDAMENTI
DELLA TV DEL FUTURO

seconda parte

Dom Serafini
VideoAge, USA

Primo:
onora Internet, ubiquitaria e onnipresente, usata nelle case e nelle scuole, in viaggio e al lavoro, per divertirsi, comunicare, per la ricerca, il commercio, la finanza, l’informazione, la politica e la salute. Tim Berners-Lee, creatore del Web, ha detto: “Finché accetteremo le regole dell’invio di pacchetti, potremo inviare ovunque pacchetti contenenti qualsiasi cosa”.

Secondo:

ricorda che lo schermo è tutto. Gli altri (pc, tv, PDA, pocket pc e tablet pc) sono falsi profeti. Lo schermo, piatto e sensibile al tocco, sarà usato anche per programmare, selezionare servizi e, se necessario, come tastiera.

“Agenti intelligenti” forniranno agli utenti una “griglia” personalizzata per i tipi di programmi normalmente selezionati. Dalle postazioni Internet, gli utenti invieranno tramite e-mail le loro scelte direttamente ai loro Personal Video Recorder (PVR).
Il terminale avrà funzioni di riconoscimento vocale. Attualmente il programma VoxML consente di navigare in un sito mediante voce. Il Voice Browser Working Group (W3C) si sta adoperando per ampliare l’accesso ai siti tramite comandi vocali. La tecnologia Internet consentirà agli spettatori di ruotare, inclinare e zoomare a volontà le immagini dello schermo.

Lo schermo potrà riprodurre immagini tridimensionali ad alta definizione senza stancare gli occhi (il settore video nel web tridimensionale vanta ora 30 società e un consorzio Web3D). Una nuova tecnica, detta compressione geometrica progressiva, consente la trasmissione via Internet di file 3D molto compressi.
Recentemente, 2net FX e Motorola hanno annunciato che l’HDTV over IP può essere utilizzato facilmente tramite network a banda larga commutata e può inviare in multicast la programmazione HDTV a un numero illimitato di spettatori. L’HDTV over IP consente agli ISP di offrire HDTV a una risoluzione migliore delle odierne tecnologie video, con un servizio in tempo reale.
Per quanto riguarda la flat TV, la Rolltronics di Menlo Park (California) sta lavorando a un pc composto da una sottile pellicola di plastica, utilizzando una tecnologia chiamata “roll-to-roll”. Finora l’obiettivo più arduo è la flessibilità del monitor e della memoria, dato che parecchie aziende producono già batterie a pellicola sottile. Inoltre la crescente diffusione dei PDA e dei cellulari 3G (che hanno bisogno di schermi a colori, luminosi e a basso consumo) spianerà la strada allo sviluppo di nuovi monitor a schermo piatto come il pannello elettroluminescente organico della Fuji.

Terzo:

Internet non segnerà la fine degli altri media (stampa, radio, tv, compact disc, videoregistratori, computer), ma li integrerà e li farà convergere, ampliando così le loro potenzialità. Insomma i nuovi media aumenteranno il valore dei vecchi. I media della stampa diventeranno broadcaster; i broadcaster diventeranno media della stampa. La convergenza sarà utile soprattutto ai libri e alle biblioteche, visto che, come ha detto il canadese Moses Znaimer di CityTV, “La stampa ha creato l’analfabetismo”. Inoltre il “multimedia” si evolverà in “rich media”, nel senso che sarà fornito in numerosi formati tramite la banda larga. Infatti, l’obiettivo delle aziende integrate verticalmente è innanzitutto attingere il più possibile dai 200 milioni di dollari che le famiglie americane spendono ogni mese per i servizi multimediali come l’accesso a Internet, il servizio via cavo di base, la pay TV, l’abbonamento a riviste, i servizi televisivi, ecc. La seconda fase dovrebbe incrementare questa spesa mensile con l’introduzione del “rich media” via Internet.

Quarto:

le forme di trasmissione si evolveranno. Le frequenze terrestri saranno relegate alla diffusione delle trasmissioni cellulari, mentre il broadcast televisivo (come punto d’origine) migrerà verso il satellite e il cavo. Non ci sarà distinzione tra cavi tv e linee telefoniche. Anche le linee elettriche entreranno nel mercato della banda larga quando i costi scenderanno (attualmente i costi d’installazione sono pari a 1500 dollari per cliente). Per i broadcaster diventerà alla fine più redditizio noleggiare ad altri le proprie frequenze che utilizzarle per le trasmissioni televisive.

Quinto:

i servizi Internet saranno forniti tramite un set top box e comprenderanno la sorveglianza tramite tv a circuito chiuso e le riordinazioni a sistemi automatici di distribuzione di generi alimentari. Il set top box fornirà anche servizi singoli come la posta elettronica (che sostituirà il fax), la radio, la tv, l’audio di tipo MP3 e il personal video recorder. Un esempio è quello dell’Internet Radio di Kerbango (non più prodotta), un’apparecchiatura che poteva sintonizzarsi su 4500 stazioni radiofoniche online senza un computer (richiedeva però una connessione a banda larga e un ISP).

Le capacità operative del software per set top box saranno aggiornate telefonando a un numero verde. Il set top box non richiederà grandi memorie, dato che lo storaggio potrà essere noleggiato da fonti remote. Perfino oggi, nel caso del PVR, non è stato stabilito se le funzionalità del disco rigido saranno concentrate nel set top box o nel network.

La “Legge di Steven K. Roberts” (così chiamata in onore dello scienziato del Nomadic Research Labs) non sarà più valida (recita: “Man mano che la complessità di una macchina si avvicina all’infinito, il tempo medio tra i fallimenti si avvicina allo zero”).
Il concetto di e2e (end-to-end), in cui il network è semplice e i sistemi sono complessi a entrambe le estremità, diventerà obsoleto. Secondo George Gilder del Discovery Institute, “Il network sarà il computer”. Contemporaneamente Internet sarà trasformata in un network “ad alte prestazioni”. La semplicità d’uso sarà la parola d’ordine per il settore dell’elettronica consumer.

Anche se i bambini nati dopo il 1994 sono cresciuti insieme a Internet (la loro viene chiamata “Net Generation”), le nuove apparecchiature multimediali saranno più semplici da utilizzare. Attualmente le apparecchiature televisive più potenti comprendono un Internet set top box (o cable box), un PVR (o VCR), un DVD e una tv. In ogni caso, quattro unità da collegare a un massimo di 15 connessioni e a quattro tipi di cavo (RF, RCA, S-Video e linea telefonica). In futuro, gli unici requisiti saranno il filo di trasporto (telefono, cavo, wireless, satellite) e il filo elettrico (per apparecchiature non portatili).

Sesto:

lo streaming media diventerà la tecnologia universale standardizzata e sostituirà tutti gli standard della televisione, della radio, del telefono e dell’audio. “La possibilità di codificare una volta sola e distribuire una volta sola a tutte le piattaforme” sarà il punto di forza dello streaming. La tecnologia come l’Internet NVC della Be Here utilizza già lo streaming video completamente controllato dall’utente (per ruotare, inclinare e zoomare).
Nel lungo termine le attuali limitazioni della banda larga avranno effetti benefici, in quanto costringeranno la tecnologia dello streaming media a migliorare e a consolidarsi. La trasmissione del multimedia tramite wireless, un ambiente più ostile rispetto alle linee terrestri, migliorerà ulteriormente la tecnologia di streaming.

Come ha dimostrato la Real Networks con la sua “Neuralcast”, le limitazioni attuali obbligheranno la media delivery digitale ad essere più “responsabile”. La Neuralcast, per esempio, tende a eliminare la congestione in mezzo al network.
Oggi la perdita di un pacchetto provoca movimenti a scatti o interruzioni per l’utente finale. Ma con la Digital Fountain (Cisco e Sony), ogni pacchetto inviato contiene informazioni sull’intero file video. Prima di giungere all’utente, i file saranno assemblati utilizzando dei bit basati sui pacchetti, senza dover aspettare che tutti i pacchetti perduti siano inviati nuovamente.
Consideriamo l’Advanced Audio Coding (AAC), che è più avanzato dell’MP3 (MPEG-1 Layer 3) e fornisce riproduzione audio di alta qualità con una compressione maggiore di circa il 30% rispetto all’MP3. L’algoritmo AAC è un elemento vitale per l’MPEG-4. Oggi la qualità dei file a bassa compressione è migliore dell’alta compressione di alcuni anni fa.
Sviluppato nel 1995, lo streaming media ha tre principali formati proprietari – QuickTime della Apple, Real Player della Real Networks e Media Player 8 della Microsoft (che a 750 kbps è paragonabile al DVD) – e uno standard aperto: MPEG-4, un formato scalabile per bitrate tra i 5 kbps e i 10 Mbps e frame rate fino a 30 fps, che fornisce anche l’integrazione del broadcast video con interattività e grafica 3D.
MPEG-7 e MPEG-21 sono nuovi standard MPEG in via di sviluppo. Il secondo è destinato ad aggiungere Quality of Service (QoS) ai file compressi. Un file MPEG-7, invece, conterrà informazioni in grado di limitare l’accesso ai file soggetti a commissioni di licenza o royalty, e potrà includere informazioni in grado di programmare la riproduzione in momenti futuri. Inoltre l’MPEG-7 consentirà ricerche intelligenti su contenuti, immagini e suoni specifici all’interno del file.
La nuova tecnologia cambierà anche i costi dell’Internet lineare (un utente, un flusso). La tecnologia di multicasting consentirà di creare un rapporto one-to-many da server a client. Per esempio, l’invio di un flusso di 1 Mbps a 100 client via multicast richiederà solo 1 Mbps di larghezza di banda. Per ottenere lo stesso risultato tramite unicasting, in cui ogni client accede a un flusso separato, ci vorrebbero 100 Mbps di larghezza di banda. Al momento il costo dello streaming va dagli 1,8 agli 8 centesimi di dollaro per megabyte.
Gli attuali problemi tecnici e di marketing del multicasting saranno risolti investendo di più nei sistemi end-to-end, creando un mercato migliore per vendere e comprare larghezza di banda in ambiente multicast e adottando una formula chiara per suddividere i ricavi.

Settimo:

Internet porterà il localismo a un livello internazionale. Gli eventi di Cortina d’Ampezzo potranno essere seguiti dai cortinesi a New York. L’informazione seguirà l’utente e non sarà limitata dalla geografia. Oggi un giapponese che si rechi in Norvegia non troverebbe programmi giapponesi in televisione, ma con l’avvento dell’IP TV potrebbe trovare tutti i canali di suo interesse.
Internet porterà la globalizzazione a livello locale: i notiziari creati a Buenos Aires saranno visti e sentiti immediatamente in qualsiasi lingua e in qualsiasi luogo. Oltre ad avere la possibilità di modificare i flussi audio a seconda della lingua, ci sarà anche la possibilità, per i non udenti, di accedere a closed caption in qualsiasi lingua e ingrandirle a piacimento.
Internet consentirà agli operatori di massimizzare l’efficienza; ad esempio, i tecnici per l’assistenza dei clienti potrebbero essere a New Delhi, la produzione a Toronto, la creazione dei programmi a Hollywood, le vendite a New York, la contabilità a Tel Aviv e l’incasso dei ricavi avverrebbe tramite pagamenti elettronici a Londra.
Nel ciberspazio, come del resto nello spazio reale, l’ubicazione è un fattore importante per determinare la Quality of Service per satellite, wireless (path libero), DSL (vicinanza alla stazione) e cable modem.
Vi saranno tre tipi di programmazione: d’interesse generale, per mercati di nicchia, personalizzata.
La possibilità di accedere al contenuto, prevista dal TV-Anytime Forum, renderà un programma indipendente dalla sua ubicazione geografica e temporale.

Ottavo:

mentre la tv è lineare, la tv via Internet è come un albero che si ramifica in numerosi servizi. I quattro elementi in grado di generare introiti saranno: contenuto, interattività, trasporto e accesso. Per esprimere i vari modelli finanziari, useremo la parola “monetizzare”; il segnale digitale consente di monetizzare ognuno dei quattro elementi.
Contenuto
Si dice che il contenuto sia la cosa più importante, ma non se giace inutilizzato in qualche magazzino. L’IP TV consentirà di massimizzare lo sfruttamento del contenuto portandolo a nuovi livelli di monetizzazione. La distribuzione del contenuto comprenderà spettacoli televisivi, film, musica digitale e software. Il video diventerà l’applicazione di banda larga primaria. In realtà la televisione sarà un servizio VOD 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 che integrerà il live broadcasting.
La crescita del cosiddetto ABP (After Broadcast Programming) amplierà il raggio d’azione del broadcast originale, poiché consentirà di usufruire del viewing-on-demand dopo la trasmissione programmata.
La monetizzazione del contenuto avverrà anche mediante pubblicità, vendita dei programmi e tariffazione dei dati. I carrier potranno applicare una tariffa extra per dati ad altra priorità, quali voce e video.
Oggi i router backbone non fanno differenza tra tipi di pacchetti; tutto il traffico viene fatto fluire il più rapidamente possibile. Con ogni probabilità le tariffe flat saranno abbandonate (non possono essere commercialmente valide, dato che alcuni utenti consumano 300 volte più dati di altri) e si useranno tariffe per byte e per ora.
Pubblicità
Le strategie pubblicitarie cambieranno: dalla tradizionale pubblicità televisiva di oggi si passerà ai metodi per indirizzare i clienti all’acquisto immediato, un altro passo avanti rispetto all’odierna televisione a risposta diretta.
L’audience di massa sarà valutata in modo cumulativo, in base a ore e giorni, e non per quarti d’ora. Moses Znaimer, della canadese CityTV, ha scritto: “Non è mai esistita un’audience di massa, se non per mezzo della costrizione. Lasciate sole con le loro apparecchiature, le persone vogliono delle alternative”. E Internet ne offre in abbondanza.
Internet significa economia di consumo, non economia di produzione; al potere c’è il consumatore, non il produttore. Lo streaming media aumenta la possibilità di raggiungere target difficili, tuttavia gli introiti proverranno più dai servizi a pagamento che dalla pubblicità, anche se le campagne pubblicitarie su media diversi offriranno nuove fonti di entrate.
Dal 1985, il numero medio di ore trascorse davanti alla tv tradizionale dagli americani sotto i 18 anni è sceso di oltre il 20%, soprattutto da quando la “Net Generation” ha scoperto Internet.
Inoltre la gente usa lo streaming media più al lavoro che a casa, perciò l’IP TV aumenterà il consumo televisivo rivolgendosi ai luoghi di lavoro e agli spettatori “forzati” (ad esempio sugli aerei).
L’acquisto e la vendita di spazio pubblicitario avverranno elettronicamente tramite scambi online e saranno suddivisi in zone geografiche.
Per quanto riguarda le valutazioni, MeasureCast promette di fare per i broadcaster online ciò che A.C. Nielsen ha fatto per i broadcaster tradizionali. MeasureCast promuove lo streaming media eseguendo verifiche sugli spettatori. Anziché verificare i log file dei server (come Arbitron), MeasureCast usa un software situato direttamente nel server dei provider, quindi riceve i dati non appena gli ascoltatori si sintonizzano o escono da un webcast.
Modelli di webcasting
Tre modelli di IP TV sono basati su tecnologie esistenti. Il primo è il formato peer-to-peer (p2p) tipo Napster; il secondo è un operatore tv che concede in licenza blocchi di programmi a vari webcaster; il terzo è il marketing “virale”.
Nel modello p2p, i file scambiati contengono programmi video sponsorizzati. L’operatore televisivo, essendo un “servizio di mediazione”, misura il numero di utenti in un momento qualsiasi, applicando allo sponsor una tariffa di tipo “costo per migliaio” (CPM). La sponsorizzazione prenderà la forma di collocazione del prodotto: spot molto brevi che non vale la pena di saltare, spot interessanti che assomigliano a mini show e che quindi vale la pena di guardare, e spot che gli spettatori non hanno la possibilità di saltare (come avviene con gli avvisi di copyright su un DVD). L’aspetto interessante del broadcast p2p è che per molto tempo i file audiovisivi non occuperanno spazio nei server degli operatori, ma saranno dispersi nei dischi rigidi degli utenti. I file digitali p2p saranno contrassegnati o codificati in modo da essere automaticamente cancellati dai dischi rigidi dopo un periodo di tempo prestabilito (una tecnologia simile a quella di cancellazione periodica dei messaggi attualmente utilizzata per l’e-mail).
La tecnologia p2p è ancora in una fase iniziale. I progressi dei network e della comunicazione peer-to-peer (o APPC) sono costanti e promettono ulteriori vantaggi per il contenuto.
Il secondo modello di broadcast tv è quello dell’operatore che concede in licenza un blocco di programmi televisivi a vari webcaster, i quali poi li diffondono nei propri network Internet. In questo modo, per poter chiedere un compenso monetario agli inserzionisti, l’operatore televisivo deve aggregare l’audience.
Ogni webcaster viene pagato con una percentuale del CPM più alcuni vantaggi (che i webcaster possono vendere) all’interno del blocco di programmi. In effetti questo modello rappresenta l’attuale sistema americano di network di broadcasting, in cui il fornitore di contenuti (il network) si serve di numerose emittenti affiliate. Questo modello televisivo sfrutta uno streaming media che non è prelevabile come il sistema di broadcast p2p e che inoltre elimina i problemi dei diritti di licenza relativi ai livelli territoriali e alla durata della finestra.
Il terzo modello, il marketing virale, diffonde un messaggio “da uno a molti” tramite e-mail (con la possibilità di seguirlo e misurarlo). Il marketing virale è stato utilizzato durante la campagna presidenziale per inviare un discorso di Bush a 1,5 milioni di persone. Il 30% dei destinatari originali ha inoltrato il discorso. Analogamente la Bigfoot Interactive ha ottenuto un tasso d’inoltro del 20% per un flusso virale inviato per conto del suo cliente Calvin Klein e relativo allo spot di un profumo considerato inadatto per la televisione.
Contrariamente a quanto previsto da Marshall McLuhan, la Xerox non ha trasformato ogni uomo in un editore. Analogamente, Internet non trasformerà ogni uomo in un webcaster. Questi nuovi modelli di broadcast, come gli attuali servizi televisivi terrestri, sono convenienti per l’utente ma molto costosi per l’operatore. Anche la tv via Internet ha costi medi molto elevati, mentre i costi marginali sono quasi assenti. Il costo medio è la spesa per fornire il servizio e il costo marginale è la spesa per ottenere un utente in più.
Interattività
L’interattività (iTV) è in grado di “catturare” e monetizzare gli impulsi dei consumatori. L’IP TV è un grande strumento promozionale sia per il contenuto che per il merchandising ad esso correlato. Il commercio può assumere la forma di “elettronico”, “televisione” o “mobile” (E, T, M-commerce).
Come ha dimostrato RadioScape, l’IP TV introdurrà le “vendite over the air” per gli acquisti sicuri dei programmi trasmessi. Per quanto riguarda la radio digitale, l’SMR (selling music by reconstruction) di RadioScape consiste nella trasmissione di un secondo file incontaminato (un “delta stream” che può essere acquistato) assieme a un file “in the clear” ma corrotto. Inoltre l’IP TV elimina le spese elevate del broadcast DTV per la formazione di layer di interattività per i propri show.
Le ricerche hanno dimostrato che l’accesso al Consumer Electronic Program Guide (EPG) raggiunge una media di sei volte al giorno. Questa frequenza rende l’EPG appetibile per gli inserzionisti. Per l’EPG, è prevista la condivisione degli introiti con l’originatore della guida tv.
I videogiochi saranno una delle principali fonti di entrate per l’interattività. Oggi, per esempio, l’inglese Two-Way TV applica una tariffa di 1,5 dollari per ognuno dei numerosi giochi trasmessi su NTL cable.
Anche la Playjam sta sperimentando il pay-per-play o combinazioni di tariffe telefoniche, tariffe mensili e giochi free-to-air finanziati con annunci pubblicitari. L’interattività aprirà nuovi mercati per videogiochi basati sull’IP TV in bar, ristoranti e hotel.
La standardizzazione eliminerà il “middleware” incompatibile, in modo che gli sviluppatori di contenuti e di applicazioni possano riciclare applicazioni che funzionano indifferentemente su piattaforme diverse.
Trasporto
Per i network di distribuzione dei contenuti, la “merce” sarà la larghezza di banda (non la memoria), anche se George Gilder, nel suo libro “Telescom: in che modo la larghezza di banda infinita rivoluzionerà il nostro mondo”, assicura che avremo un’infinita larghezza di banda (la capacità della tecnologia ottica raddoppia circa ogni nove mesi).
Secondo Paul Baran, uno degli inventori del packet-switching di Internet, la carenza di frequenze terrestri è dovuta a tecnologie vecchie e a regolamenti mediocri. Nel 1965, Gordon Moore, cofondatore di Intel, osservava che la capacità di storaggio raddoppiava ogni 18 mesi. Secondo le previsioni, entro il 2005 avremo dischi rigidi capaci di immagazzinare fino a 400 film in ogni disco.
Il NEC Research Institute del New Jersey ha sviluppato un materiale detto Extraordinary Magneto Resistance (EMR) che ha una densità di storaggio di un terabit (1000 Gb) per pollice quadrato, contro i 14 Gb degli attuali dischi rigidi.
In Giappone gli utenti Internet stanno già immagazzinando video e altri dati digitali in una unità centrale di storaggio. La Web Pocket applica una tariffa base mensile di 2,5 dollari, più 1,7 dollari per ogni gigabyte di dati immagazzinati (un gigabyte equivale a circa 10 ore di video).
Accesso La transizione dai network circuit-switched a quelli packet-switched fornirà nuovi modi per monetizzare l’interconnessione, compreso l’accesso al backbone di Internet. In questo decennio saranno risolti anche gli “strati multipli dei network virtuali”. Attualmente i costi di un operatore in qualsiasi strato dell’infrastruttura sono determinati dalle tariffe applicate dal network virtuale sotto di esso.
Oltre a fruire della tradizionale tariffa mensile dell’ISP, gli operatori offriranno agli utenti PVR l’accesso al servizio di storaggio (così non sarà necessario registrare i programmi televisivi nel disco rigido del PVR) e al Digital Asset Management (immagazzinaggio, catalogazione e trasmissione del contenuto). In questo caso, “asset” è un’espressione del valore economico che descrive media digitali come la stampa, il video e i dati.
Oltre all’EPG, che può essere monetizzato in base all’accesso (anziché con la pubblicità), anche i servizi di searchable video potrebbero essere basati sull’accesso, e l’indicizzazione del live broadcast diventerebbe parte dell’After Broadcast Programming on demand.

Nono:

secondo Steve Case di AOL-TW, “Il futuro di Internet dipenderà più dalle scelte normative che da quelle tecnologiche”. In Europa, infatti, gli organismi normativi lottano per differenziare l’Internet tv dalla televisione digitale, forse perché Internet non può essere controllata bene mentre la televisione tradizionale viene rigorosamente regolata. Inoltre le sfide di Internet sono completamente diverse da quelle affrontate dai broadcaster. In passato era tutto più facile: i broadcaster controllavano l’intero processo, mentre ora devono competere con gli ISP, la banda larga e le tecnologie del computer. Oggi il contenuto è il fattore più importante, ma in futuro avrà la stessa importanza della distribuzione e dell’accesso.

La tv del futuro sarà caratterizzata dalle cinque leggi della convergenza:
1) tutte le informazioni possono essere convertite in un formato digitale e soggette alla convergenza;
2) la convergenza è la base del multimedia e annulla le distinzioni tra i metodi di comunicazione;
3) la natura della convergenza rende impossibile l’imposizione di regole e regolamenti creati dall’uomo;
4) la convergenza segue le proprie leggi naturali;
5) la convergenza è indipendente dai confini degli stati.

Decimo:

la tecnologia consentirà alle informazioni di “aggirare” i nostri occhi e le nostre orecchie, rivolgendosi direttamente alle parti audiovisive e olfattive del cervello.
In conclusione, tra circa dieci anni, la tv via Internet avrà un grande successo e finirà con il far convergere sullo schermo tutti gli aspetti della nostra vita non legati alla produzione: dalla sicurezza alle operazioni bancarie, dall’acquisto di generi alimentari ai viaggi. La tv via Internet ci aiuterà a trovare la nostra strada nel mondo creato da Internet.


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