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Archivio per settembre 2011

Speciale IBC – day 2

11 settembre 2011 e.oliva Nessun commento

first

Gran bella giornata di sole oggi, qui in Amsterdam. L’ inizio del fine settimana ha come sempre portato un considerevole numero di professional a varcare i cancelli del RAI alla ricerca compulsiva della novità, dello scoop, della breaking application. Fateci sognare, produttori.
Il fatto è, tuttavia, che di questi tempi non tira una gran aria di novità spettacolari. Diciamolo. Lo si capisce immediatamente dal vocabolario delle aziende, dal quale si intuisce con facilità il surriscaldamento neuronale dei  sales and marketing manager e dei communication director alla disperata ricerca di nuove e magiche parole in grado di evocare inevitabili e spettacolari sviluppi per il settore. Esaurito l’effetto dirompente di “Convergenza” – concetto di gran moda fino a qualche anno fa, prima che le aziende si accorgessero delle sue commercialmente nefaste implicazioni- resiste caparbiamente la formula “Soluzioni”.

Ho una particolare insofferenza per chi continua a proporsi come creatore, produttore o fornitore di “soluzioni”. Sono troppi, sembrano tutti uguali qualsiasi soluzione credano di avere escogitato, non se ne può piú. Se trovassi lo stand di un’azienda fornitrice di problemi, sarei tendenzialmente portato a comprare il prodotto a scatola chiusa -per lo meno saprei di avere a che fare con gente sveglia e innovativa, che diamine.
Quest’ anno va ancora molto la parola “filiera”, in particolare unita al verbo “armonizzare”. Armonizzare filiere sembra essere  molto sexy, a giudicare dal numero di aziende che si dedicano a questa misteriosa attività la quale, a ben vedere, altro non è se non cercare di lavorare nella maniera migliore –  cosa  alla quale si è sempre pensato fin dai tempi delle caverne, quando si doveva decidere il posto migliore per andare a caccia di bisonti; ma si suppone che ai tempi nessuno sprecasse tempo e neuroni per dare nomi alle ovvietà. Infatti a Neardenthal e dintorni chiunque avesse tentato di scroccare bistecche dichiarando di svolgere l`attività di marketing and communication manager avrebbe avuto vita difficile in qualsiasi tribù.

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A proposito di marketing: in questo sabato dal clima quasi mediterraneo che inevitabilmente induce allo svacco, alcune aziende hanno spostato le presentazioni nelle graziose strutture ai bordi del laghetto del RAI. Molto frequentate quelle di Sony e altri player che strategicamente hanno scelto location dotate del grande appeal derivante dall’ essere dotate di birreria a costo zero. Si tratta di una formula di promozione forse vintage ma sempre valida, a giudicare dagli applausi scroscianti che accoglievano le presentazioni dei prestigiosi prodotti delle aziende leader nel settore. Mi sono divertito a portare avanti un sondaggio artigianale e posso affermare che il 72% circa dei soggetti intervistati erano lì per via delle birrette  a volontà e il 20% aveva una vaga idea sul prodotto oggetto della presentazione. Il 98% del campione, comunque, si è dichiarato soddisfatto della qualità della Heineken spillata freschissima e servita impeccabilmente.  Il rimanente 2%  è astemio.  Mi chiedo: può una qualsiasi azienda di broadcast vantare numeri del genere per quanto riguarda la  customer satisfaction? Non è che l’armonizzazione della filiera dal luppolo al boccale sia più soddisfacente – anche in relazione al rapporto costi/ricavi?

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Speciale IBC

9 settembre 2011 e.oliva Nessun commento

welcomed

Mica tanto bello il tempo qui ad Amsterdam, in occasione dell’ apertura della IBC 2011.
Mentre passeggio fra gli stand che come sempre  espongono il top dello state-of-the-art nel worflow delle solutions, cerco di capire se la IBC di quest’anno non sia leggermente diversa – se non serpeggi, sotto sotto, un minimo non dico di panico ma quanto meno un qualche leggerissimo accenno di disagio a riguardo della fase nella quale si trova il bioritmo economico, produttivo e sociale del pianeta Terra.
All’ apparenza qui è business as usual: volti sorridenti e beati, strette di mano da vecchi amici texani, tutto sotto controllo. La cosa non può che rincuorarmi;  ma ho a volte l’impressione di cogliere, nello sguardo ispirato e business-oriented di qualche chief executive officer o nel fluente dicorrere di una elegante EMEA marketing director, una traccia di incrinatura. Può sicuramente essere frutto di miei pregiudizi, quindi mi riservo di approfondire la faccenda.

Una delle novità di questa IBC2011 consiste nell’entrata inservizio del nuovo edificio progettato da Mels Crouwel nel quale è stato alloggiato uno sfiziosissimo ristorante italiano chiamato “d’ Antica”.

dantica1 Un mio amico, prestigioso chef, mi ha spiegato che il primo indizio da valutare in un ristorante italiano nel mondo è l’accuratezza nel menu esposto: “Se vedi errori d’ortografia -mi disse- non entrare neppure: significa che a chi lavora lì, del ristorante non frega niente”. In effetti,  a chiamare “bollicini” la categoria spumanti e allo stesso tempo proporre un prosecco da 37.50 la bottiglia ci vuole un bel coraggio. Comunque posso testimoniare di avere sentito un ragazzo del personale di cucina cantare “la società degli magnaccioni”, può anche essere che si mangi bene. Io mi sono fatto uno dei solito panini con aringa cruda cetriolo e cipolle, trovo che siano molto raffinati.

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